Sottoscrizione alla petizione

RIDIAMO DIGNITÀ AL NOSTRO TERRITORIO


Alla fine dell’Apparthaid, Mandela ha detto:
"una Storia dimenticata è un futuro perso"

La petizione non vuole animare sentimenti recriminatori o di rivincita, ma una legittima richiesta di riconoscimento della nostra identità storica. Siamo fermamente convinti della necessità di riscrivere il passato nella totale realtà degli avvenimenti, che siano condivisi dall’Italia tutta, affinché della popolazione del Sud sia data una rappresentazione diversa da quella data dal teschio di un criminale, esposto, presso il museo della Unità d’Italia, come simbolo del SUD borbonico, o dagli stereotipi con il quali il popolo meridionale viene sistematicamente umiliati, perfino dalle Istituzioni governative (vedi pubblicità della Presidenza del Consigli sugli evasori, raffigurati come un siciliano mafioso).

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Da ultimo Vi informiamo che, nei casi in cui si renda necessario l’acquisizione del consenso ed in attesa dello stesso, qualora l’interessato richieda comunque l’esecuzione di specifiche operazioni e servizi, l’esecuzione degli stessi da parte del Titolare deve intendersi come manifestazione provvisoria di consenso da parte del cliente, limitatamente ai trattamenti relativi alle operazioni ed ai servizi richiesti.

 

 


Chiediamo la riscrittura di tutti i testi scolastici di Storia e il reinserimento nei programmi scolastici degli autori meridionali, cancellati dalla legge Gelmini.

La cancellazione della memoria storica e culturale è una pratica, retaggio della politica coloniale, applicata dai paesi invasori subito dopo la conquista armata; la stessa, unitamente alla depredazione delle ricchezze e annullamento delle infrastrutture e dei servizi, determina l’arretratezza socioeconomica del territorio, rendendolo del tutto dipendente dalla “madre patria”. L'assistenzialismo, l'individualismo, la sfiducia nelle istituzioni e l'alta conflittualità sociale sono gli effetti prodotti dalla pratica di colonizzazione (vedi ex colonie come Libia, Somalia, Algeria e così via). La storia che lo Stato continua a insegnare a tutti gli italiani rappresenta il Sud borbonico come un territorio arretrato culturalmente, economicamente e socialmente. Cui prodest perpetrare questa pratica da colonizzatori? Se poteva essere “comprensibile” nell’ottocento, oggi per uno Stato significa autolesionismo.

Come è possibile immaginare che, in un mondo dove l'informazione raggiungere i luoghi sperduti in millesimi di secondo, si possa ancora negare che il Regno delle Due Sicilie fosse una delle tre potenze mondiali per ricchezza, cultura e per il sociale?

Come è possibile continuare ad escludere dai programmi scolastici coloro che sono stati i padri delle moderne democrazie; le cui idee hanno ispirato le attuali Costituzioni dei Paesi democratici, come per esempio “la Scienza della Legislazione”, del Filangieri, che costituisce l'asse portante della Costituzione americana, affermando che la Democrazia si realizza quando è l'opinione pubblica che guida le scelte del Governo.

Se si vuole evitare che la conoscenza “clandestina” della vera Storia del Sud d’Italia produca risentimenti e spirito di rivincita nei confronti dell’altra parte d’Italia, è necessario che sia lo Stato Italiano a insegnare e far conoscere a tutti i giovani italiani, fin dalle prime classi scolastiche, la vera Storia del nostro Paese e tutti i suoi grandi autori, reinserendo nei programmi scolastici quelli meridionali, eliminati da una legge razzista e anticostituzionale. Ciò è necessario anche per rendere tutti gli italiani consapevoli che divisi non ci risolleveremo dalla crisi e saremo sempre costretti a rincorrere e vulnerabili.

I sottoscrittori della presente petizione chiedono che nei testi scolastici venga riscritta la vera Storia d’Italia e che gli autori meridionali vengano reinseriti nei programmi scolastici.

Copia della presente petizione viene inoltrata alla Corte dei Diritti Umani di Strasburgo.

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